“Nel giudicar del vento turbinoso nomato Euroc lidone” scriveva un antico scrittore,“mirabil differenza fa guatarlo da dietro o osservarlo da quella grata priva di telaio”. Ha di che strabiliarsi,più di un iceberg ormeggiato alle Molucche! Mi risedetti su una vecchia scranna coperta di incisioni come una panchina della Battery Park. Fredda come il Polo Nord, senza l’ombra di un fuoco. C’era una quiete quasi soprannaturale, e per quanto ci dessi dentro di pialla, una panca di pino non diventa mai una trapunta. Per lui il calcio ha l’oro in bocca, e chi dorme non piglia pesci! Aveva già coperto un bel tratto di vita per la terra dei sogni. Senso innato della discrezione, e mirabile è la sua cortesia di fondo. Tristo computo prima di sperare in una resurrezione. Per una volta la passione ebbe la meglio sulla creanza. Molti sono acerbi, verdi come le montagne verdi da dove provengono. Ma la valanga è come il destino. Incomprensibile. Come Moby Dick che Melville descrive magistralmente nelle sue singole parti: le pinne, la cosa, le fauci, ma che resta indescrivibile nel suo insieme. Piccoli fatti quotidiani che incrostano i neuroni, come i denti di un cane lo scafo di una barca. Tornano su di notte, come gnocchi nell’acqua. Questo vortice che mi trascina indietro, mi porta inevitabilmente a modificare i ricordi, e a inventarmi nuovi e bei finali. La filosofia della lotta è da accettare senza presunzione, ma anche senza timori. Dal traguardo che premierà chi è disposto a soffrire per raggiungerlo, dallo spirito di fraternità che nasce dallo sforzo comune, dal rispetto dell’avversario che ci rispetta senza paura. Per rimanere al calcio che noi amiamo profondamente, non scopro certamente io che nessuno sport propone con altrettante fedeltà la rappresentazione della vita. Il calcio è una metafora della stessa, è cultura e saluta fisica, con i suoi contrasti, le sue finte, i suoi dribbling, le sue lotte, le sue sconfitte, i suoi trionfi. Un’educazione sportiva ci garantisce la possibilità di affrontare tutte queste esperienze con animo forte e con serenità. In quelle ore della Domenica, di quanto non accada negli stadi, nei campi di periferia e che meriti di essere veduto e vissuto, resta la palla da calcio. Quella mi piace da morire. E’ come una musica di fondo, una distrazione, una sostanza, che presa a piccole dosi diventa un narcotico consentito. In effetti osservare nomi diversi e vedere facce diverse è riposante, come guardare i pesci in un acquario. Il talento ha una gran voce, lo senti, ha un suono che raramente non lo riconosci. E’ come scalare il cielo, ora dopo ora, giorno dopo giorno, esorcizzando la paura e giocando a dadi con la speranza. La speranza è una cosa buona, e come tutte le cose buone, non muore mai! Buon campionato a tutti .
TIKRIT65