Inseguito alla rapina del 5 marzo verso le ore 16.00 quando un soggetto armato di coltello ha fatto irruzione all’interno dell’attività commerciale “Tigotà” sita in via Nazionale Adriatica n.211 in Pescara prima minacciava con l’arma le due commesse presenti, poi costrinse un altro dipendente che cercava di riportarlo alla calma, puntandogli la lama allo stomaco, costringendolo ad aprire il registratore di cassa. Lo sconosciuto, era riuscito ad appropriarsi della somma di 240 euro e si era dato poi alla fuga, facendo perdere le tracce. La Polizia di Stato della Questura di Pescara in seguito alle indagini condotte dagli uomini della sezione c.d. “antirapina” hanno permesso in breve tempo di risalire all’autore del reato, le descrizioni fornite da i commessi ai poliziotti hanno fatto intuire che lo sconosciuto potesse identificarsi in C.B 43 anni, originario di Roma ma residente da qualche tempo a Silvi Marina, con tanti precedenti penali pendenti ed affetto da problemi di tossicodipendenza. Durante la perquisizione nell’abitazione di Silvi, hanno sequestrato alcuni capi di abbigliamento compatibili con quelli indossati dal rapinatore del Tigotà. Messo alle strette, C.B., alla presenza del proprio difensore, ha reso piena confessione, ammettendo l’addebito e facendo ritrovare alla Squadra Mobile anche il coltello di cui si era disfatto subito dopo la rapina, gettandolo dietro un cespuglio nel quartiere “Zanni”. Sulla base della ricostruzione dei fatti trasmessa dalla Polizia di Stato, il Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Pescara, dr. Salvatore Campochiaro, che ha diretto le indagini, ha contestato il reato di rapina aggravata dall’uso di un’arma, ha richiesto ed ottenuto dall’Ufficio del G.I.P.(dr. Elio Bongrazio) l’applicazione della misura cautelare della custodia in carcere nei confronti dell’uomo.