La storia dice che spettacolo lo sport è sempre stato, semmai sono cambiate le dosi e il modo di somministrarle. Lo sport mi piace. E’ tecnico, eppure comprensibile, E’ impegnativo, ma ci si può limitare a guardarlo. Non è indispensabile, ma è divertente, utile e consolante. Affidarsi al talento non basta, ma bisogna sempre relazionarsi con il proprio pubblico, e nello sport c’è il rischio nei propri miti e fissazioni: puoi anche sapere tutto della Lazio 1970-1974, ma se non la offri al lettore in una chiave intelligente e rock, alla gente poi non interessa. Bisogna cucire le distanze, mescolare, portare avanti una narrazione da soli, per non far sentire soli i lettori, esplorando quella breccia nella fortezza.Insomma è roba nostra, con dentro tutto l’ardore, tutto il talento della nostra razza geniale. La parola osservatore deve racchiudere tutto. Non puoi essere solo bravo da un punto di vista tecnico, o motivazionale, o psicologico, quando “lavori” sulla testa dei ragazzi. Cosi come non puoi essere bravo solo da un punto di vista gestionale, o nei rapporti con una società o nei rapporti con i media. Devi essere bravo in tutto. Devi cercare di eccellere in tutto. Per fare questo devi studiare. Scouting si, ma anche e soprattutto formazione. Fin dal primo tesseramento(6anni), dove i piccoli calciatori dedicano la maggior parte del tempo alla psicomotricità in ambiente dedicato, fattore questo che apre a livelli cognitivi o attentivi sempre più fini, e pone le basi per una migliore coordinazione generale, indispensabile per l’acquisizione e il perfezionamento del gesto tecnico.Ricerca della palla, entusiasmo e controllo sono le basi. Equilibrio, passione, consapevolezza e fantasia sono omaggi graditi. Il calcio è la risultante di una complessa integrazione di talenti diversi, tecnici, tattici, relazionali, dalla cui complementarità nasce il seme della cultura sportiva, ma anche morale e personale di una squadra, vantando il gioco del calcio come strumento di sviluppo del fisico e della personalità.Il mondo del calcio è un mondo carico di concorrenza ad ogni livello, ed uno degli strumenti più efficaci per batterla è l’innovazione, e non la“segnalazione” che fa dello sport ilproprio territorio privilegiato di conquista, estetizzante. “Cantiere Italia/mito di Babele/nell’empireo ti credi/e tocchi il fondo/dentro un gergo di miele, di verbi all’infinito/le mire riconfondono/. Stadio pensile mistico/botanico/erba fiutata/da collezionisti al naufragio. Veduta dal Titanic/perse. Autogol in zona Cesarini”!!!Un mondo che sembrava più grande e misterioso di prima. La cittadina innalzava lontano griglie e minareti, e sentiva che il tempo delle decisioni era arrivato. Dal calcio alla vita, dal gioco alle responsabilità. Un crescere necessario, benchè faticoso, ritornando nel divenire, dalle cannonate di D.B. L. alle illuminazioni di P.M. Lo sport ha una sola ragione di esistere, e cioè quella di preparare uomini sani. I giovani di oggi hanno bisogno di sentirsi coinvolti, motivati: non hanno la fantasia dei nostri tempi, non hanno gli spazi(Sulmona docet!!!),le distrazioni; vivono in un’era dove non c’è bisogno di pensare, basta premere un tasto per vedere o conoscere il mondo intero. E la carenza del pensare fa perdere loro delle qualità primarie per diventare calciatori o calciatrici. Un ardente desiderio di essere e di fare è il punto di partenza da cui il sognatore deve, se vuole decollare. Sta finendo il deserto bianco, che si estende fin oltre l’orizzonte: sembra infinito come l’essere di Parmenide, lì in quel campetto dove si vedono le montagne e passa la ferrovia: il tempo sembra essersi fermato…Imparavo finalmente, nel cuore dell’inverno, che c’era in me un’invincibile estate…
TIKRIT65